Vittima di uno shock termico: ecco cosa fare

È il termine del momento, dopo la morte della calciatrice svizzera Florijana Ismaili nelle acque del Lario. Ma cosa c’è alla base del fenomeno? L’analisi del medico Paolo Ferrari. PATRICK MANCINI

LUGANO – Vittima di uno shock termico. È l’ipotesi al momento più accreditata come causa del decesso di Florijana Ismaili, la giovane calciatrice della nazionale svizzera inabissatasi lo scorso weekend nelle acque del lago di Como e ritrovata senza vita martedì. Ma cosa è effettivamente uno shock termico? Tio/ 20 Minuti lo ha chiesto a Paolo Ferrari, Capo area Medica dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC):

Dottore, si parla molto di shock termico in questi giorni. Ci spiega esattamente cosa accade al nostro corpo in queste situazioni?
La questione dello shock termico, riportata dalla stampa in seguito al recente decesso della calciatrice svizzera sul Lario, richiede una rettifica. Non è la differenza tra la temperatura ambiente dell’aria (durante i periodi di canicola) e la temperatura dell’acqua a causare stress al corpo umano. Bensì la temperatura assoluta dell’acqua.

In parole povere cosa significa?
Che se la temperatura dell’acqua è tra i 10 e i 15 gradi, può esserci una situazione molto pericolosa. Con perdita del controllo della respirazione. Il corpo subisce una scossa fredda di massima intensità. E nell’essere umano può subentrare un’incapacità di controllare l’ansimare e l’iperventilazione.

E se le temperature sono addirittura inferiori?
Quando la temperatura è sotto i 5 gradi, c’è un pericolo di vita immediato. Con una perdita totale del controllo della respirazione. L’acqua viene percepita come dolorosamente fredda.

Ci sono persone che sono allenate e che sopportano bene anche le temperature rigide. Per chi non è abituato, invece, a quali temperature può subentrare uno shock termico?
Poiché lo shock da freddo raggiunge la sua massima intensità tra i 10 e i 15 gradi, non può essere più intenso a temperature dell’acqua più basse. In altre parole, il controllo della respirazione, una volta completamente perso, non può essere perso in misura maggiore.

Si consiglia spesso di bagnarsi gradualmente. La giovane calciatrice in questione si sarebbe tuffata da un’imbarcazione in una zona piuttosto lontana dalla riva.
Partiamo dal presupposto che la temperatura dell’acqua del lago in superficie al momento sia tra i 22-24 gradi. Quindi di base nessun rischio di stress termico in zone controllate. Una muta per surfisti eccetera è, invece, raccomandata per temperature dell’acqua tra 15-20 gradi, in cui ci si può imbattere lontano dalle rive.


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