Remare, un esercizio fisico vecchio almeno quanto la nascita delle imbarcazioni e della navigazione.
Ma anche uno sport che richiede un notevole impegno, fisico e mentale e Ia necessità di lavorare tutti per uno stesso fine
di Alessio Longo; fotografte @Natasha Quadri (Ticinosette Nro 22 del 29 maggio 2015)
Quella del canottaggio è una disciplina sportiva antica e ricca di suggestioni…
Ma partiamo dal principio: questa attività fisica si svolge naturalmente sopra uno specchio d’acqua, attraverso l’ausilio di un’imbarcazione e uno o due remi per vogatore. Dunque con la sola forza fisica si procede spostandosi liberamente sulla superficie di un bacino (il più possibile calmo e privo di correnti troppo “impetuose”).
Virgilio e l’origine del canottaggio
Alcuni fanno risalire l’origine di questo sport all’Inghilterra, tuttavia quella della regata è una attività assai più antica. Sicuramente già attestata in età classica da Virgilio, iI quale nell’Eneide descrive una regata alla quale presero parte quattro imbarcazioni della flotta di Enea- Ma fin dall’ inizio di tate attività si perde in quella ricca notte dei tempi da dove tutto ha origine… infatti già nell’antico Egitto si praticavano
regate simili. La posizione del rematore è sempre la stessa, ovvero “appeso al remo”, nel senso che il modo per poter utilizzare al massimo la potenzialità del corpo è quello di volgere le spalle alla traiettoria e utilizzare tutto il corpo come una catena cinetica, che dai piedi puntati sulla barca esercita la forza di tutto il movimento riversandola in acqua attraverso la pala del remo.
Oltre alla notevole prestanza fisica, uno dei motivi che ha portato nella storia a utilizzare il canottaggio come strumento e simbolo di forza morale, risiede nel concetto stesso di imbarcazione. Un modo di dire ancora largamente utilizzato è “essere nella stessa barca”, ovvero condividere un destino comune e collaborare allo sviluppo dello stesso.
In questo senso, il canottaggio rivela tutto il suo potenziale educativo, in quanto il modo più efficace per remare è quello di coordinare tutti i rematori in uno sforzo corale al quale devono aderire unanimemente dando il massimo del loro potenziale. Inevitabilmente questo permette al vogatore di affrontare e relazionarsi in maniera intensa con il proprio orgoglio, il senso di responsabilità e di condivisione, rapportando il suo contributo a una serena fiducia nell’equipaggio e in chi lo governa.
E questo è it motivo per cui in celebri università come Oxford e Cambridge il canottaggio rappresenti un simbolo così fortemente sentito e perpetuato sino a oggi (in tempi apparentemente “moderni”).
Espiare Ia pena, remando
Nelle epoche antiche, in particolare nel Mediterraneo, contrariamente a quello che si immagina, lo spostamento a remi era una modalità essenziale, sia per il commercio sia in ambito militare. A tal proposito è interessante notare che in passato andare in “galera” significava, a seguito di un reato commesso e giudicato, finire incatenati a una galera dove si scontava la pena remando per il re.
Il canottaggio è una disciplina olimpica fin dal 1900, ed è oggi uno sport moderno di alta condizione fisica, nel quale si utilizzano materiali e tecnologie all’ avanguardia
per realizzare barche sempre più veloci e performanti.
Ma come il canottaggio insegna, se non si immerge il remo sotto Ia superficie, non c’è la possibilità di un appoggio per muoversi; così al di Ia della nuova veste, Ia fatica fisica, la resistenza mentale e la capacità di “stare sulla stessa barca” restano ancora gli ingredienti fondamentali di una disciplina che se ben coltivata porta grandi soddisfazioni a chi la pratica, sia a livello agonistico che amatoriale.
Riesce difficile spiegare a chi non ha praticato il canottaggio le sensazioni che si provano in certe tranquille e silenziose mattine, nelle quali 1’unico rumore è il deciso
entrare dei remi nell’acqua. E lo scivolare della barca col ritmo costante appare come una pulsazione, un cuore che batte, passo dopo passo verso la riva.
PS. In molti sport la conclusione di una gara è l’arrivo, tuttavia
è interessante notare come I’etimologia della parola “arrivo”
(termine proprio della navigazione) significhi letteralmente
“condurre, accostare alla riva”.
note bibliografiche:
G. Manetti, Sport e giochi ncll’antichità clcrssiccr, Mondadori, 1988
J. Merrien, Lcr vitd di borclo nel Mctlioeyo, Mursia, 2008
Ringraziamenti
Si ringrazia la Scuola di canottaggio Caslano e Malcantone, società
fondata nel dicernbre 2010, per la collaborazione e la disponibilità
nella realizzazione delle immagini presenti in queste pagine. Per
informazioni, corsi e manifestazioni: http://www.scuolacanottaggio.ch/